Un fiorino! ovvero i rimpalli tra TAR e CdS
29 gen. 2015
Per chi non ricordasse la gag "un fiorino!", di Troisi e Benigni, nel film "Non ci resta che piangere", a questo link può farsi quattro risate rivedendo la gustosa e celeberrima scena.
Questa chicca cinematografica è tornata prepotentemente alla mente leggendo oggi le motivazioni contenute nelle ordinanze con cui il Consiglio di Stato accoglie gli appelli cautelari contenuti in due distinti procedimenti tesi a riformare il parere già espresso dal TAR Abruzzo sulla necessità di sospendere gli effetti della graduatoria per la ricostruzione di Barisciano.
Il Consiglio di Stato, "Considerato che le questioni giuridiche sottoposte all'esame del collegio, per la loro complessità e delicatezza, postulano una compiuta definizione in sede di merito", decide di accogliere entrambi gli appelli cautelari ai fini della sollecita trattazione della causa nel merito da parte del primo giudice.
Dal TAR vai al Consiglio di Stato che, a sua volta, ritenendo la materia complessa, delicata e dunque non liquidabile con un semplice sommario esame, ti rimanda al TAR e, naturalmente, ad ogni passaggio, paghi più volte il fatidico FIORINO senza aver fatto un passo concreto in alcuna direzione.
In realtà, in disparte ogni considerazione sui costi che si è obbligati a sostenere per vedersi garantire i propri diritti, non c'è alcun dubbio che il contenuto delle ordinanze sia ragionevole e ponderato, tenuto conto che il Consiglio di Stato, nel riconoscere che le questioni prospettate nei due appelli siano da approfondire nel merito, ha implicitamente riformato le determinazioni sfavorevoli (ed evidentemente errate) del TAR Abruzzo che, in maniera netta e dopo un sommario esame, aveva affermato l'insussistenza di profili di fondatezza delle richieste cautelari.
Walter Salvatore