TAR - Sindaco in brodo di giuggiole

aronne piperno

10 nov.2014

Quando il Marchese del Grillo riuscì a far condannare l'onesto artigiano Aronne Piperno ordinò che le campane di Roma suonassero a morto.

Scherzo ruvido ma intriso di nobiltà d'animo e di un profondo senso civico.

Nel caso di Barisciano registriamo invece un atteggiamento di segno opposto. La giustizia fa flop ed il Sindaco va in brodo di giuggiole.

Quando gli ricapita che un collegio giudicante si limiti ad un "sommario esame" della questione liquidando la pratica con evidente leggerezza e dichiarata approssimazione.

Quando gli ricapita che non vengano rilevati elementi quali:

- il Consiglio comunale vota il Piano di Ricostruzione (equiparato ad un piano regolatore) ed il regolamento/disciplinare che attribuisce i punti nella graduatoria della ricostruzione nonostante ciascun consigliere, di maggioranza e minoranza, sia direttamente coinvolto da interessi personali e di parenti entro il quarto grado;

- la graduatoria in gran parte è determinata non dai criteri dettati dal Consiglio Comunale ma dagli "inediti" criteri inventati di sana pianta dal Sindaco;

- si è in presenza di una graduatoria dove in più casi l'unico residente di un aggregato, successivamente deceduto, rientrerà a casa prima di un centinaio di famiglie i cui componenti sono tuttora viventi;

- si negano punti ad un aggregato perché manca una certificazione e quando si comunica che la certificazione c'è e che è sufficiente guardare con attenzione l'istanza prodotta, non ricevi risposta né tantomeno ti riassegnano i punti sottratti;

- a qualcuno gli si chiede prova del titolo di dimora abituale mentre ad altri la si nega senza se e senza ma;

- di qualcuno si ha certezza di trovarsi in presenza di autocertificazioni false e non si procede né a denunciarli né a contestargli i titoli che gli consentono di scalare la classifica posizionandosi dove non dovrebbero;

- a qualcun altro invece gli si contestano autocertificazioni vere non riconoscendogli ad arte i punti spettanti;

- a qualcuno, senza che il Piano di Ricostruzione lo preveda, gli si consente di unire i propri aggregati sommandone i punti, ad altri lo si nega perché il Piano di Ricostruzione non lo prevede;

e si potrebbe continuare all'infinito tanto è vero che proprio la mole di allegati che accompagnano il ricorso deve essere la causa che ha indotto i giudici, chiamati a giudicare nella stesa giornata 50 differenti questioni, a limitarsi ad una "sommaria analisi" della questione.

Da qui a gioirne ce ne passa... ma rende bene l'idea dello "spessore politico" del nostro primo cittadino.

Walter Salvatore