Talebani in giunta
12 mar. 2013
C'è chi sostiene che l'emergenza Sisma sia terminata. Un decreto del premier Monti ha sancito per legge ciò che, sotto gli occhi di tutti, non ha alcuna corrispondenza con la realtà dell'Aquila e dei comuni del cratere.
Che sia un primo ministro Professore o un suo pupillo affatto tecnico, che da giorni si loda e s'imbroda auto declamandosi "leader della ricostruzione", a divulgare le proprie allucinazioni, di questi tempi è purtroppo normale ma che nessun interlocutore istituzionale locale provveda a far notare a questi "signori" lo scollamento delle loro affermazioni dalla realtà che vive il contesto terremotato è sicuramente più grave e dannoso.
Che poi il sindaco di un comune terremotato, differenziandosi dai propri colleghi, che pur non brillano in termini di capacità di governo, voglia primeggiare nell'allinearsi a questa visione "separata" della realtà indotta da Roma lascia attoniti e purtroppo disarmati dato che a questi soggetti è stato demandato il compito di "ricostruire" il territorio danneggiato dal sisma e governare il disagio sociale che ne è derivato.
Capita così che a Barisciano, terra di abusi edilizi conclamati, sfuggiti negli anni anche all'occhio attento ed allenato del Corpo Forestale, che pure è riuscito a scovare tra gli anfratti delle nostre campagne il rarissimo "limonio", il Sindaco abbia deciso che le casette provvisorie edificate in base al regolamento comunale partorito per far fronte all'emergenza post sisma debbano essere tutte abbattute entro e non oltre 45 giorni dal suo editto.
Un editto che non fa distinzioni tra le casette di chi ci abita in attesa che la ricostruzione, ormai ferma da oltre un anno, gli consenta di riparare casa propria, di chi ci ha depositato i propri mobili e gli oggetti più cari, sempre in attesa che possa riportarli nella propria abitazione, di chi ci ha marciato facendosi la dependance in giardino, di chi ci rimette gli animali e di chi, in campagna, si è fatto una piccola, graziosa fattoria.
Non è dato sapere se l'editto contempla anche l'abbattimento delle tre mega ville abusive costruite sotto il naso ed all'insaputa del Sindaco. Se così fosse sarebbe un danno per le casse comunali in quanto un abuso di così vaste proporzioni, ancorché inspiegabilmente passato inosservato al Sindaco Tecnico, per legge va acquisito al patrimonio comunale e destinato ad utilità pubblica.
A parte forse qualche eccezione eccellente, per gli altri nessuna distinzione..., l'emergenza è finita e dunque tutto giù! L'ha detto il Sindaco e se lo dice lui c'è poco da obiettare. E' considerata una inutile perdita di tempo confrontarsi pubblicamente con i sudditi e raccogliere le loro istanze, legittime o campate in aria che siano.
Inutile anche argomentare che con un piano regolatore fermo, proprio per l'incapacità dell'attuale amministrazione, al lontano 1976, sanare alcune delle casette risulta pressoché impossibile.
Inutile anche argomentare che è di questi giorni l'affidamento dell'incarico per redigere il nuovo piano regolatore e che quindi il Comune è consapevole della necessità del nuovo strumento urbanistico e delle cresciute esigenze edificatorie dei sudditi.
Ma con chi parli, a chi suggerisci di rimandare il momento degli abbattimenti, almeno fino a quando della ricostruzione, quella vera, non si saprà qualcosa... a chi lo dici, in un Comune dove anche l'intera minoranza è stata epurata lasciando l'illuminato locale a fare il bello ed il cattivo tempo?
Il timore è che un'amministrazione sorda, fondamentalista e indifferente alle esigenze legittime della popolazione acuisca la tensione sociale ora latente ed ancora non manifesta...
Attenzione... nascondere la propria inadeguatezza al governo di un paese una volta dietro ad una scusa una volta dietro ad un'altra ed approfittare cinicamente dell'ingenuità e della credulità popolare non può durare per sempre e quando la misura è colma e ad essere calpestati sono i diritti fondamentali dell'individuo le reazioni possono essere imprevedibili.
Walter Salvatore
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