Scienziati e Ricercatori al servizio della P.A.

25 lug. 2012

Non c'è settore od attività legata alla ricostruzione post sisma che oggi non sia ricondotta ad arte sotto l'ombrello di una qualche forma di opera scientifica, di ricerca, di alta tecnologia.

Ed è così che una discarica di macerie diventa un "Polo Tecnologico", una blanda mappatura geologica del territorio diventa una micro-zonazione e la redazione di un Piano di Ricostruzione il frutto di un'attività di ricerca scientifica.

Alcuni paragrafi contenuto nell'ordinanza nr. 476 del 17/7/2012 emanata dal TAR dell'Aquila, quella che rinvia ai colleghi dell'unione europea la decisione sulla legittimità degli affidamenti senza gara alle Università per la redazione dei Piani di Ricostruzione, sembrano sostenere che quanto restituito dagli atenei non è un elaborato tecnico (alla portata di qualsiasi studio di progettazione) ma il frutto di un impagabile lavoro scientifico.

Al confronto di questi scienziati quelli della NASA, dell'Alenia Spazio e quelli dell'INFN ci fanno la figura dei "cenciari".

Una semplice occhiata ai contenuti dei piani di ricostruzione già restituiti ai Comuni dovrebbe invece essere più che sufficiente per spannare la vista a chiunque.

In questi Piani "Scientifici" i dati sui singoli aggregati sono per lo più la raccolta delle informazioni elaborate gratuitamente dai tecnici incaricati dai proprietari degli immobili danneggiati dal sisma e fornite a quintali ai vari Comuni per assecondare le richieste di proposte di aggregato, proposte d'intervento e quant'altro si è stati capaci di chiedere al privato.

Troviamo infatti omissioni e lacune solo là dove il privato non ha fornito i dati richiesti.

La descrizione delle peculiarità territoriali e culturali e l'analisi della situazione economica e sociale, una volta fatte per un Comune sono tornate buone per tutti gli altri; tant'è che nel Piano di Barisciano troviamo elencate le chiese di Barete e lo "studio" sull'economia e potenzialità del territorio è talmente datato che ci restituisce una fotografia di questo territorio scattata alla fine degli anni '80.

Per ognuno dei comuni serviti dai nostri scienziati le norme tecniche sono "identiche", nel senso più letterale e immaginabile del termine e, colmo dei colmi, sono talmente restrittive che neanche nei Borghi iper-protetti ed iper-vincolati d'Abruzzo si è osato porre regole urbanistiche tanto radicali quanto ottuse mentre l'amministrazione di Barisciano, senza alcuna esitazione, ha attribuito a tutte queste limitazioni un contro valore contenuto in un rimborso spese di 520.000,00 euro.

Anche volendolo inventare di sana pianta, all'interno di questi piani è arduo trovare un solo elemento che possa definirsi frutto di ricerca o di un lavoro scientifico.

L'unica scientificità è rintracciabile nella costruzione del contesto e meccanismo idoneo per indurre i Sindaci ad imbarcarsi in questa procedura degli affidamenti milionari senza gara ma su questo punto si corre il rischio di addentrarsi nell'intricata giurisprudenza che dibatte sui labili contorni della "circonvenzione d'incapace".

Walter Salvatore

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