Sala Protezione Civile depotenziata: «si rischia il tilt»

PrimaDaNoi - 18 feb. 2013

«La mancata proroga dei precari della Regione Abruzzo impiegati nella Sala Operativa della Protezione Civile rischia di mandare in tilt il sistema al servizio delle emergenze regionali».

E' quanto emerso lo scorso 15 gennaio in occasione del vertice tenutosi in Prefettura all'Aquila per contrastare le abbondanti precipitazioni che si temeva avrebbero investito le zone interne della regione.

La legge finanziaria regionale 2013 prevede espressamente la proroga di questi contratti a termine ma ad oggi le disposizioni in essa contenute sono rimaste inapplicate e dal 1° gennaio la Sala Operativa Regionale risulta depotenziata e sotto organico potendo contare solamente su tre dei tredici addetti normalmente impiegati nelle attività.

«Memori delle scorse emergenze ed alla luce degli ultimi eventi sismici», commenta il presidente della Onlus di Barisciano, il Crogiuolo, «si chiede se la decisione di lasciare a casa, per scadenza del contratto al 31/12/2012, i dieci co.co.co. impiegati nella Sala Operativa Regionale, è il frutto di una scelta premeditata, ponderata e consapevole».

La domanda viene girata all'assessore della Protezione Civile Gianfranco Giuliante, al prefetto de L'Aquila Francesco Alecci, al capo della protezione Franco Gabrielli e al governatore abruzzese Gianni Chiodi.

«Che il nostro territorio sia ricompreso in una fascia ad alto rischio sismico è ormai noto a tutti», continua il presidente. «Che nel 2012 l'alluvione nel teramano e l'eccezionale nevicata abbiano messo in ginocchio la nostra regione, è ricordo recente così come è recente l'allerta neve, poi rientrato, del mese scorso o gli incendi boschivi che caratterizzano la stagione estiva.

Che l'Aquila sia una città ad alto rischio (centinaia di giovani ieri sera, mentre la terra tremava con magnitudo 3.7, passeggiavano sotto i cornicioni e le facciate pericolanti di un centro storico puntellato) lo percepiscono bene e senza ombra di dubbio i suoi abitanti».

Alla luce di tutte queste occasioni emergenziali ed in considerazione di quanto potrebbe accadere l'associazione chiede di trovare una rapida soluzione «per quel personale che fino ad oggi, con abnegazione e senza riserve, ha dato il massimo ed acquisito una significativa esperienza nella gestione dei diversi eventi calamitosi cosi come si è trovato il modo di rinnovare tutti i precari dei comuni del cratere ed i precari regionali legati alla ricostruzione».

PrimaDaNoi - 18 feb. 2013