Mala amministrazione crea danni milionari alle imprese locali
5 nov. 2013
Con la nota solerzia che ne caratterizza l'operato l'amministrazione di Barisciano finalmente, a metà ottobre 2013, si è attivata per pagare, a due note imprese locali, le spese legali a cui è stata condannata dal TAR Abruzzo nel lontano 2006.
Sette anni... per dare seguito ad una sentenza e per pagare un debito!
Si tratta, per adesso, di poco meno di 7.000,00 euro ai quali probabilmente, prima o poi, andranno sommate le parcelle dei legali che hanno rappresentato il Comune dinanzi al giudice amministrativo che, nella sentenza di condanna nr. 618 del 2006, così argomentava:
"L'operato del Comune di Barisciano si è combinato con quello dell'ANAS abruzzese in un'ottica di violazione di leggi e di eccesso di potere sotto molteplici profili."
Non è certo il caso di sorvolare sul danno erariale già concretizzato e sul conto ancora più salato che prima o poi, insesorabilmente, sarà presentato al Comune (cioè tutti noi) come risarcimento e ristoro del danno milionario subito dalle imprese coinvolte in questo evidente e conclamato caso di mala amministrazione ma la faccenda offre lo spunto per una ulteriore amara constatazione:
E' un dato di fatto che un'amministrazione può continuare indisturbata a governare un Paese anche quando il proprio operato è distante anni luce dagli interessi della collettività, dalla tutela e valorizzazione delle imprese che vi operano, dalla capacità di stimolare un sano rapporto di convivenza sociale ed assolutamente nulla le vieta di far pagare le conseguenze delle proprie incapacità (più o meno consapevoli) ai cittadini lasciando strascichi e pendenze così gravi da ipotecare pesantemente anche le prospettive delle future generazioni.
Così ci siamo ridotti... e probabilmente è ciò che ci meritiamo! a meno che non ci si attivi per pretendere che coloro che hanno sbagliato si accollino le conseguenze, almeno quelle economiche, del proprio operato.
In questo caso però ci vorrebbe almeno una minoranza in consiglio comunale, una minoranza vera.
Walter Salvatore