Macerie e grotte, il caso-Barisciano

Grottoni sotto Barisciano

Il Centro - 27-03-2011 

BARISCIANO. Macerie e grottoni infiammano la polemica politica a Barisciano.  

In una nota il gruppo di minoranza replica al sindaco Francesco Di Paolo. «Per affrontare il problema delle grotte che attraversano i centri abitati delle frazioni e del capoluogo il sindaco dice che si tratta di un problema del singolo cittadino che deve affidarsi a un bravo geologo e tecnico.

Tesi quantomeno bizzarra se si considera che la caratteristica peculiare di queste grotte è quella di non occupare, in pianta, solamente l'area dei singoli edifici di cui costituiscono la pertinenza ma si diramano passando sotto strade e vicoli comunali e invadono le aree sottostanti le case dei vicini che magari hanno un esito di agibilità A, B o C e per la riparazione delle quali le varie ordinanze escludono la visita del geologo.

Sembrerebbe ovvio che lo studio di queste cavità e dei relativi metodi d'intervento fosse elaborato a monte osservando il fenomeno nel suo insieme con il fine ultimo di conseguire i migliori risultati e quindi assicurare i legittimi interessi dell'intera comunità.

A Barisciano e frazioni, per volontà del sindaco, è invece la microzonazione lo strumento principe da utilizzare per conseguire una ricostruzione intelligente e sicura. I tecnici della Protezione civile nazionale, con riferimento a Barisciano e alle sue grotte, già da tempo hanno sottolineato la necessità di intervenire con una mappatura delle stesse considerando tale fase la condizione indispensabile per procedere con adeguati interventi di consolidamento e successiva ricostruzione. Serve una commissione di esperti».  

Sulla questione macerie Paolo Mingroni, coordinatore territoriale Idv Piana di Navelli, si è rivolto al capogruppo alla Regione Carlo Costantini che ha presentato un'interrogazione sul polo tecnologico di Barisciano. L'Idv rileva alcune criticità, a partire dalla localizzazione del sito per cui si suggerisce di utilizzare la vicina cava di inerti. «La scelta del Comune», dicono i dipietristi, «approvata anche dalla Regione, non sembra affatto corrispondere agli interessi della collettività».

Il Centro - 27-03-2011