La mappa del tesoro, nelle mani delle università

L'Editoriale - 18 lug. 2012

Siamo in molti a chiederci come mai, questi ritardi spaventosi per far partire i lavori di ristrutturazione del cratere aquilano, martoriato dal terremoto del 6 aprile 2009. Circa tre anni e mezzo, nei quali si è solo "parlato", spesso in maniera contrapposta, fra i politici delle diverse fazioni.

Ma in tutto questo caos, quasi sempre costruito ad arte, c'è chi ha lavorato e continua a lavorare sottotraccia, in modo da indirizzare consulenze, incarichi di progettazione ed appalti dei lavori, ai soliti noti, agli amici degli amici ed ai compagni di merende.

Come fosse una grande mappa del tesoro, nella quale "il gran Maestro di turno", si muove con disinvoltura, dividendola equamente, fra progettisti, imprese e quant'altri, facciano parte del cerchio magico.

E se i lavori ancora non sono partiti, dipende solo dalla spartizione e dall'accordo che, in molti casi, ancora non è stato raggiunto.

Tutti sappiamo che l'idea madre, era quella di dividere i territori in "grandi lotti", dividerli a fette per assegnarle con mega appalti pilotati (affidando i grandi appalti a ditte esterne, e dando ai locali solo i sub appalti), magari per il tramite di quella grande invenzione, che per fortuna non andò in porto, della Protezione Civile Spa.

I signori dell'appalto non si sono però dati per vinti, ed hanno quindi inventato i Piani di Ricostruzione, i Piani di Recupero, i Piani Integrati, i Consorzi, gli Aggregati e... chi più ne ha... ne metta.

Ecco quindi che "il gran Maestro", chiama intorno a sé l'architetto Nigris, suo vecchio amico ai tempi di Ecosfera ed inventa l'affidamento degli incarichi alle Università, che vengono presentate e portate come mecenati, ma è solo una facciata, lavorerebbero per un piccolo rimborso spese ed invece, lo abbiamo visto per il Piano di Barisciano, prendono parcelle milionarie (520mila euro) di gran lunga superiori a quelle dei liberi professionisti (350mila euro) con esperienza decennale. Ma non basta.

Perché l'operazione riesca perfettamente ci vuole "il gancio", che faccia da talpa all'interno del singolo paese o se vogliamo, della frazione.

Una volta assicurato l'affidamento del Piano di ricostruzione, può avere inizio la grande manovra della progettazione e relativi appalti, dei singoli aggregati, consorzi, condomini ecc. E così, l'Università, non diventa altro che il cavallo di Troia, per entrare nel singolo paese o nella frazione. Tempera insegna.

Ci vuole quindi un uomo di punta di tutta la "grande Giostra", un deus ex machina dell'affidamento del Piano di Ricostruzione all'Università di turno, che dovrà darsi da fare per convincere ogni singolo abitante, della bontà della scelta.

E la giostra comincia a girare sotto l'occhio "disattento" di Gianni Chiodi, per quanto riguarda il gran Maestro o i gran Maestri della politica, ne riparliamo nelle prossime puntate. Tante puntate, a non voler dire altro, per il momento.


Peppe Vespa
 

L'Editoriale - 18 lug. 2012