La mala ricostruzione

19 mag. 2015

A sei anni dal sisma ci ritroviamo ad applicare una legge (la Legge Barca) che è stata incapace di emendare le incongruenze e le contraddizioni presenti nelle precedenti regole del gioco.

Di contro è riuscita ad aggiungere nuove problematiche ed a permettere, agli immancabili furbetti, di inserisi con i propri progetti in quel lasso di tempo infinito che, senza regole, ha contraddistinto il passaggio dalla vecchia governance alla nuova.

Ciò ha creato macroscopiche disparità di trattamento permettendo agli omnipresenti compagni di merenda di far viaggiare i propri interessi su binari privilegiati.

Oggi, invece di fare chiarezza su quei tanti nodi irrisolti, evidenti e ben noti anche ai più distratti, i fantomatici attori apicali della ricostruzione pensano di risolvere i problemi, di cui sono stati artefici, scrivendo nuove regole del gioco.

Regole che sembra contengono elementi peggiorativi che il governo non si sarebbe mai neanche sognato di concepire per quanto in danno all'equità di trattamento ed alla qualità della ricostruzione.

Tutti suggerimenti partoriti dalle anchilosate menti degli attori locali. Personaggi che oggi possiamo definire, senza tema di essere smentiti e/o denunciati per diffamazione, completamente inadatti al ruolo che gli è stato affidato.

In questo quadro si inseriscono gli esercizi acrobatici a cui è obbligato il ns. Paolo Esposito, titolare dell'USRC, per cercare di correggere gli errori commessi dei suoi datori di lavoro, i sindaci del cratere.

Nell'ultimo comunicato, infatti, l'USRC prova a mettere una pezza ai disciplinari adottati dai comuni del Cratere, per definire i criteri con cui stilare la graduatoria per la ricostruzione, decidendo che i fondi saranno assegnati ai comuni sulla base della cantierabilità dei progetti approvati ed ammessi a contributo.

Una pezza a colori con cui l'USRC tenta di riparare agli errori di quei comuni che, invece di definire le priorità considerando anche le interferenze tra i cantieri, la loro effettiva cantierabilità, i percorsi sicuri e la futura fruibilità, sorvolano sul tema o peggio, come il caso di Barisciano, Villa S. Angelo, ecc..., fraintendono clamorosamente quanto normato al punto b) dell'art. 11 del decreto USRC nr. 1/2014.

Anche in questo caso, quando i nodi vengono al pettine, invece di intervenire correggendo gli errori a monte, si pongono a valle nuove quanto impugnabili regole lasciando inalterate le deficienze originali e, soprattutto, indenni i responsabili.

Walter Salvatore