Interruzione di pubblico servizio

20 feb. 2015

Sono ormai mesi che il Sindaco di Barisciano cincischia nel dare l'assenso ad alcune pratiche per la ricostruzione che prevedono l'abbattimento e la ricostruzione dei fabbricati soprastanti quelle cavità/cantine oggetto di un irreversibile fenomeno di collassamento.

Dopo aver infelicemente scelto di mandare a casa la preesistente commissione edilizia proprio nel momento in cui tale organo poteva rivestire la massima utilità, il Sindaco si è inventato la necessità di pendere dalle labbra di un parere della soprintendenza per ottenere l'assenso a procedere.

Sopraintendenza che, come già argomentato in precedenti comunicati, giurisprudenza stratificata ritiene essere un organo assolutamente incompetente ad esprimere alcunché su un'area priva di vincoli specifici.

E' umano che un ufficio come quello della Soprintendenza, se tirato per la giacca ventilandogli la possibilità di partecipare, ben remunerati, ad un tavolo per esprimere una qualsiasi opinione, non se la senta di declinare, senza neanche provarci, questa ghiotta prospettiva.

Ma se il parere della Soprintendenza è necessario o da questo dipendono le tipologie di lavorazioni ammesse ed attuabili su questi fabbricati allora, implicitamente, si sta affermando che sul centro storico di Barisciano e delle sue frazioni vige un vincolo che ad oggi non era noto.

Se è così allora il contributo da riconoscere a questi aggregati va maggiorato del 60% così come accade all'Aquila per gli aggregati nel centro storico su cui la Soprintendenza è chiamata ad esprimere puntualmente il proprio autorevole parere.

Se invece, come giurisprudenza insegna, la Soprintendenza su Barisciano è incompetente, allora il Sindaco sta solo perdendo tempo impedendo che le legittime aspettative e le istanze di ricostruzione seguano il normale corso.

In questo caso saremmo in presenza di una colpevole e gravissima interruzione di pubblico servizio.

Walter Salvatore