Il vizietto della "somma urgenza"

15 gen. 2015

Con la sentenza nr. 00476/2014 del 22 maggio scorso, il TAR Abruzzo aveva evidenziato la gravità del comportamento tenuto dall'amministrazione di Barisciano in occasione di un affidamento in somma urgenza e quindi senza gara richiamando la "gravità oggettiva della violazione e della condotta delle amministrazioni appaltanti che hanno proceduto agli affidamenti de quibus, in pretese condizioni di urgenza, a distanza di circa due anni dalla emanazione della disposizione che li obbligava alla ripianificazione".

Purtroppo sembra prassi consolidata che da tali sentenze le amministrazioni non siano tenute a trarne alcuna lezione né tantomeno indotte a conformarsi ad una migliore gestione della cosa pubblica.

Tempo perso per i Giudici, soldi inutilmente spesi per avvocati, maggiori oneri per le casse comunali e tutto ciò immancabilmente non può che gravare sulle tasche dei singoli cittadini.

La somma urgenza oggi viene nuovamente richiamata dal Comune di Barisciano, con l'ordinanza sindacale nr. 1 del 12 gennaio 2015, per giustificare la necessità di interventi manutentivi sui MAP costruiti nel capoluogo e nelle frazioni.

MAP i cui difetti di realizzazione sono stati da anni rilevati e segnalati all'amministrazione dai residenti e per risolvere i quali ci si attendeva un'azione amministrativa tesa a chiederne ragione alle ditte costruttrici, ai direttori dei lavori ed ai Responsabili Unici del Procedimento. Tutti attori lautamente retribuiti per fare, evidentemente male, il proprio mestiere.

L'amministrazione di Barisciano sembra trovare gusto nel cadere ripetutamente dallo stesso pero scoprendo oggi quanto noto da anni e guardandosi bene dal chiedere conto ai responsabili degli innumerevoli difetti costruttivi e dei mancati controlli che oggi appaiono svelati oltre ogni plausibile giustificazione.

Preferisce, invece ed ancora una volta, lo strumento della "somma urgenza" per evitare le normali e più trasparenti procedure che già da anni poteva attivare per risolvere il problema.

Walter Salvatore