Cosa nascondono i Piani di ricostruzione?

Fontana

PrimadaNoi - 18 lug. 2012

L'inchiesta che ha portato ad un nuovo avviso di garanzia per corruzione a Gaetano Fontana, dimissionario dominus commissariale della (lenta) ricostruzione aquilana, già indagato per associazione a delinquere, non riguarda solo il ruolo e i presunti appalti illeciti e pilotati a favore della società di consulenza Ecosfera nel cratere sismico aquilano, ma più in generale la modalità con cui sono stati spesi i soldi per la redazione dei Piani di ricostruzione.

Con il rischio di alzare il sipario su scenari a dir poco inquietanti.

Della vicenda se sta occupando con particolare attenzione il giornalista del quotidiano Il Centro Enrico Nardecchia.

I Piani, ricordiamo noi, sono stati difesi in questi anni a spada tratta dalla macchina commissariale, contro chi, aquilani non titolati a decidere del destino della loro città, li hanno invece definiti strumenti così concepiti inutili e ridondanti, eccessivamente costosi, forieri di ritardi inaccettabili nell'avvio della ricostruzione, che poteva intanto essere avviata con gli strumenti urbanistici, legislativi e i vincoli vigenti.

Archiviata la polemica, a distanza di due anni, gli inquirenti stanno (finalmente) indagano su almeno alcuni Piani di ricostruzione, quelli realizzati dall'Università di Camerino, e in particolare dal professore Marco D'Annuntiis, uno degli indagati per corruzione.

Sono i piani di ricostruzione della frazione aquilana di Tempera, dei comuni di Barisciano, Barete e Ocre.

Costati molti soldi, complessivamente, informa Enrico Nardecchia sul quotidiano Il Centro, oltre un milione di euro, che rappresentano solo una fetta della ricca torta di oltre 20 milioni di euro necessari per ''pensare'' la ricostruzione dei comuni terremotati. Che mai come or corrono il rischio di non essere ricostruiti per mancanza di soldi...

Gli inquirenti vogliono vederci chiaro: sono soldi stati spesi bene e secondo la legge? Chi e con quali procedure, a vantaggio di chi ed (eventualmente) in cambio di cosa, ha deciso l'affidamento di questi lucrosissimi lavori progettuali?

A maggio a tal proposito avevamo dato notizia di una segnalazione alla Corte dei conti per i costi eccessivi dei piani di ricostruzione dei comuni Castelvecchio Calvisio, Castel Del Monte, Santo Stefano di Sessanio, Villa Santa Lucia, affidati all'Univerità di Padova per un compenso di 700mila euro.

Un costo eccessivo, si cerca di dimostrare nella segnalazione, e non in linea con l'interesse pubblico, perchè si legge, in base ai valori di mercato'' il corrispettivo massimo liquidabile, una volta assolto l'incarico conferito, non può essere superiore ad €. 348.752,39 tenuto conto anche del fatto che detto importo, nel caso in cui avessimo privilegiato la procedura di evidenza pubblica per la selezione dei professionisti, sarebbe stato suscettibile di variare in diminuzione.''

A chiedere chiarezza sul modo in cui è stata finora gestita la partita ( e il business) dei Piani di ricosruzione, è anche l'assessore del Comune dell'Aquila Stefania Pezzopane, che anzi avanza già pesanti sospetti:

'' Attendiamo da mesi l'approvazione del Piano di Onna votato all'unanimità dal consiglio comunale e donato dalla Germania. Da tempo aspettiamo che anche il Piano dell'Aquila venga approvato e che le rassicurazioni del ministro Barca diventino realtà.

La nuova inchiesta su Fontana, sui piani di ricostruzione, gli estensori, le corsie preferenziali e addirittura i piani-fotocopia, ci danno ragione ancora una volta e scoprono risvolti inquietanti.

Si capisce chiaramente che i piani di ricostruzione, Onna e L'Aquila, presentati dal Comune, sarebbero andati benissimo se solo il Comune si fosse piegato alle lobby.

Il vero e unico problema del piano di Onna è stato quello di esserci stato donato. Lo stesso vale per il piano dell'Aquila tanto vituperato che ha la sola colpa di essere stato realizzato all'interno del Comune e che sarebbe costato 20 milioni se avessimo seguito le procedure e le scelte di altri enti''.

Non nasconde l'amarezza e la preoccupazione il sindaco di Ocre:

''Sono interdetto, perplesso. Mai mi sarei aspettato una cosa del genere. Ora, che ne sarà dei nostri piani di ricostruzione? Temiamo di restare invischiati in ritardi inevitabili. La magistratura ha i suoi tempi. Tuttavia, va detto chiaro e forte che qualcuno deve fare un passo indietro se coinvolto in situazioni poco chiare e fare spazio a chi può dare continuità a un lavoro già avviato. Ne abbiamo abbastanza''.

Infine va giù dura l'opposizione al comune di Barisciano che rivela, per voce del consigliere Walter Salvatore:

''Quando il Sindaco ha votato e fatto votare in consiglio la firma della convenzione con l'Università di Camerino per la redazione del Piano di Ricostruzione, aveva sotto gli occhi, e con lui tutti i consiglieri, l'offerta di uno studio privato di gran lunga più conveniente economicamente (350.000,00 euro) e temporalmente (3 mesi invece dell'anno e mezzo stimato da Camerino).

Da sottolineare che i 350.000,00 euro quotati dallo studio privato, in fase di gara e quindi in regime di leale concorrenza, sarebbero infine risultati sensibilmente inferiori.

Con una certa riluttanza - aggiunge Walter Salvatore - siamo obbligati ad accettare che tacciano sulla questione il Commissario per la ricostruzione nonché Presidente della Regione Abruzzo, il Presidente della Provincia, il Prefetto e quant'altre istituzioni apicali interpellate ai tempi con la nostra denuncia/richiesta di chiarimenti, ma con forte inquietudine e preoccupazione dobbiamo constatare un identico e questa volta assordante silenzio da parte dei due più importanti organi di controllo dell'attività della Pubblica Amministrazione. ''

PrimadaNoi - 18 lug. 2012