Concorsi, sorridi… sei sul bando pubblico

PrimaDaNoi.it - 01 dic. 2010

I concorsi pubblici sono spesso chiacchierati, a volte c'è qualcosa di fondato nelle denunce pubbliche, altre volte non c'è niente di più della classica chiacchiera da paese. Sta di fatto che i concorsi pubblici dovrebbero svolgersi in clima sereno e selezionare il meglio delle forze.

Può anche capitare che si escogitino sistemi per dimostrare che i concorrenti sono noti già prima che la procedura abbia inizio. In questo modo ci può essere un duplice risultato: i controlli nel corso della selezione pubblica vengono elevati a livelli esponenziali e tutto fila liscio, oppure si va avanti per la strada segnata e se il vincitore è proprio quello designato si 'dà la colpa' all'arte divinatoria, alle calunnie o al caso. C’è chi si adira e chi passa alle vie di fatto anche quando le “divinazioni” vengono confermate.

A Barisciano, ad esempio, ci si affida alla preveggenza. Il gruppo di minoranza del Comune nei giorni scorsi ha depositato presso un notaio aquilano una busta sigillata contenente il nominativo della prossima assunzione nel servizio ragioneria del Comune.

Una trovata, necessaria, sembra di capire, a seguito di troppe voci che indicano con certezza il fortunato vincitore, l'unico indossatore di un abito cucito su misura. Spesso infatti è questo il metodo utilizzato per stilare i bandi pubblici che si riassume nel descrivere il vincitore con tali e tanti particolari che sembra mancare solo il nome.

«Sui lembi di chiusura dell’unica busta affidata al notaio Galeota», spiega il capogruppo Walter Salvatore, «è stato apposto un sigillo in ceralacca e la mia firma».

Sarà cura del professionista aprire la busta a tempo debito, constatarne e certificarne il contenuto ufficializzando il nominativo indicato in anticipo.

«Se la previsione dovesse rivelarsi esatta», annuncia Salvatore con amara ironia, «i Consiglieri di minoranza si impegnano, fin d’ora, a porre questa rara e preziosa capacità divinatoria al servizio degli interessi di tutta la cittadinanza».

Purtroppo però anche nel caso in cui si indovini il nome non è prova per poter dire che qualcosa non è andato per il verso giusto nel concorso. E’ prova solo che si è indovinato per cui il valore dell’esperimento è minimo.

PrimaDaNoi.it - 01 dic. 2010