Centro polivalente su canale di scolo acque piovane

Vallone ostruito

PrimaDaNoi - 20 set 2012

BARISCIANO. «Il centro polivalente comunale a Picenze di Barisciano sarà realizzato su un terreno di scolo di acque piovane».

L'allarme arriva dal consigliere di minoranza, Antonio Speranza. L'opera, in corso di realizzazione, è finanziata dalla donazione della comunità abruzzese in Lussemburgo.

Speranza ha scritto alla Regione Abruzzo, alla Protezione Civile regionale, alla Provincia de L'Aquila, al Prefetto de L'Aquila ed alla Procura affinchè verifichino la regolarità urbanistica e la sicurezza del progetto.

«L'area che accoglie la nuova Chiesa delle frazioni e su cui sorgerà la struttura è situata su un terrapieno appositamente realizzato ed inspiegabilmente posto a far da tappo ad un vallone che da sempre è stato lasciato libero di raccogliere e portare a valle le acque piovane», ha detto Speranza, «nessuna opera è stata prevista o realizzata per convogliare il corso delle acque oltre il terrapieno e si ha quindi il timore che i lavori effettuati possano preludere a smottamenti, allagamenti o quant'altro normalmente causato da una superficiale considerazione dell'aspetto idrogeologico del territorio».

Un'altra perplessità è legata all'intelaiatura in ferro che caratterizza la struttura portante dell'edificio che, secondo il consigliere, è stata realizzata con scatolato metallico e non con travi Ipe.

C'è poi un'altra questione che preoccupa i consiglieri di minoranza: le condizioni delle cave e grotte sotterranee a Barisciano.

Giorni fa il consigliere Walter Salvatore ha presentato un'interrogazione in Consiglio chiedendo:

«se sono stati svolti sopralluoghi e redatti studi puntuali da parte di eminenti professionisti, se risulta vero che tali studi evidenziano criticità e pericoli che riguardano non solo la fase della ricostruzione delle grotte e cave ma soprattutto l'incolumità pubblica dato che le cavità sottostanti ad alcune aree della viabilità comunale sono a rischio di imminenti cedimenti;

se è vero che nonostante questo studio puntuale le aree oggetto del dissesto ed a rischio di cedimento non sono state chiuse all'accesso pubblico».

«E' vero che tra le concause di questi cedimenti c'è la perdita d'acqua dalle condotte idriche comunali?

Che questa amministrazione ha provveduto, in un primo momento, a chiudere l'afflusso idrico in quest'area ma che ora l'ha riattivato per servire un'unica utenza e quindi sta consapevolmente ignorando i motivi che ne consigliano la chiusura?

E' vero che tali studi sono stati commissionati da rappresentanti di consorzi e proprietari degli immobili danneggiati dal sisma anziché da questa amministrazione e che quest'ultima ha espresso un forte disappunto sull'iniziativa intrapresa?».

Domande che ora attendono risposte.

PrimaDaNoi - 20 set 2012