Affermazioni fuori dal vaso

22 gen. 2015

"Gli amministratori di condominio ed i Presidenti dei consorzi obbligatori per la ricostruzione sono figure borderline..." è quanto afferma Armando Zambrano, presidente dell'Ordine nazionale degli ingegneri, esternando, senza alcuna esitazione, la convinzione che questi "soggetti" inciuciano con imprese e progettisti perseguendo un proprio, poco etico, tornaconto.

La stessa tesi è sposata, con convinzione, anche da Agreppino Valente, neo presidente regionale dell'Ordine degli ingegneri, che ritiene urgenti nuove regole tese ad assimilare il Presidente ad un "incaricato di pubblico servizio" e così, magicamente, risolvere la questione.

In attesa dell'ennesima legge sulla ricostruzione entrambi, tanto preoccupati, lanciano un accorato appello ai condomini che hanno eletto il loro rappresentante legale, sollecitandoli a controllare l'operato del loro presidente di consorzio, affinché si proceda ad affidamenti diretti che tengano però conto delle procedure in campo pubblico.

Fa specie che i rappresentanti apicali di un ordine i cui rappresentati non hanno mai incassato parcelle così grasse e che, in questi sei anni, raramente hanno "osato" indicare e denunciare le miriadi di incongruenze, iniquità e demenzialità contenute nelle norme e nelle procedure via via emanate sulla ricostruzione, oggi si inerpichino in considerazioni tanto grossolane su un settore di cui dimostrano di ignorarne contorni e contenuti auspicando ennesime nuove regole.

I Presidenti di consorzio svolgono essenzialmente un'attività notarile e, quasi sempre, non hanno titolo per esprimere il loro voto se non in forza dei millesimi eventualmente rappresentati.

Non fanno altro che registrare la volontà dei soci (proprietari degli immobili) avendo cura che le maggioranze siano espressione di un'ampia condivisione delle scelte così come imposto dallo statuto che, riguardo la scelta dell'impresa, prevede un voto favorevole da parte della maggioranza qualificata (la maggioranza del valore dell'aggregato e la maggioranza delle teste).

Può senz'altro esserci qualche presidente che millanta poteri decisionali che non gli appartengono ma da qui a credergli ce ne passa.

Ciò che manca non sono le regole ma un sistema capace di correggere in tempo utile le eventuali inosservanze.

Quando oggi il socio di un consorzio si rivolge al competente giudice civile perché sospenda ed annulli una deliberazione avallata senza la prevista maggioranza, nonostante l'evidenza dei fatti chiaramente ed immediatamente riscontrabile anche dai non addetti ai lavori, la sospensiva gli viene negata ed è posto in attesa di un giudizio che avverrà, se tutto va bene, a ricostruzione terminata.

Walter Salvatore